MIRACOLO NELLA 34^ TENDA

Un sabato dicembrino

arriviamo a casa di Anna alle 7:30 della mattina. Dopo un caffè e una breve chiacchierata si inizia a preparare l’impasto per le torte di Pasqua da portare, il giorno dopo, ai soldati stanziati nell’ospedale da campo, che da settimane combattono un’insolita guerra: quella per fronteggiare l’emergenza sanitaria, fornendo posti letto aggiuntivi ai pazienti dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Non siamo nel periodo pasquale, ma molti di quei ragazzi non sono umbri e si è deciso che poteva essere una bella idea portar loro un prodotto tipico della regione. Alle 9:00 finiamo, versiamo tutto nelle forme e lasciamo lievitare. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per il giorno dopo, alla messa delle 9:30.

La domenica successiva

dopo la messa andiamo a casa di Anna, carichiamo le torte e partiamo. Il profumino del cibo e un po’ di conversazione ci accompagnano lungo la strada. Le torte “N’en cresciute tanto”, ci dice Anna, ma alla fine è il sapore che conta no? Incuriositi, le chiediamo come sia iniziata questa piccola tradizione, e ci spiega con inconfondibile accento perugino che è stato un po’ un caso: un giorno decide di portare della torta al testo ai militari di stanza all’ospedale, la lasciano passare e sono tutti talmente contenti che alla fine diventa un appuntamento settimanale! Da allora ogni domenica i soldati del campo hanno l’acquolina in bocca all’idea di quale leccornia appena sfornata stia arrivando per loro.

Arriviamo alla sbarra, dietro la quale si trova un piccolo casotto di guardia. Una giovane recluta si avvicina e chiede cosa veniamo a fare. Anna, sempre in un perugino più o meno stretto che ci strappa sempre un sorriso, risponde che è venuta a portare il cibo ai militari. Già da lì si intravede l’imponente distesa di tende e tendoni. Viene alzata la sbarra e ci fanno entrare. Finalmente ci addentriamo nell’area militare piena di tende, camionette e una grossa parabola per le telecomunicazioni. Scendiamo dalla macchina, i militari salutano la loro cuoca preferita con un sorriso a trentadue denti, ringraziano per le torte e le portano dentro. Ci chiedono però di aspettare, perché c’è una sorpresa per Anna.

Ringraziamenti del personale dell’ospedale militare campo di Perugia a Anna Pompei

Dopo qualche minuto di attesa arriva il direttore sanitario dell’ospedale da campo in persona, il tenente colonnello Gaetano Luigi Nappi, il quale la ringrazia per la gentilezza con cui ha svolto un servizio così semplice, ma importante nel suo piccolo. Come se non bastasse, arriva anche un grande mazzo di fiori colorati. Il direttore ringrazia ancora e Anna rinnova l’offerta, rilanciando di un pranzo di Natale. Tutti accettano volentieri e, sempre immersi nel freddo dell’inverno, siamo sicuri che quei ragazzi non vedano l’ora di ricevere il prossimo pasto caldo fatto con l’amore che solo una cuoca dolce ed esperta sa infondere in ogni pietanza. I soldati ringraziano ancora, felici come bambini, e infine torniamo a casa.

Il giorno di Natale

finalmente arriva. Nella tarda mattinata ci rechiamo a casa di Anna, si carica il cibo in due auto e si parte. Pochi minuti dopo siamo già al campo. Il cibo viene portato nella tenda ricreativa da ragazzi affamati e felici, che sicuramente non vedono l’ora di assaggiare i deliziosi cappelletti in brodo e l’arista arrosto. I soldati ringraziano Anna, e complimenti e riverenze infinite scaldano il cuore dell’anziana cuoca. Ma a sorpresa la raggiungono anche il direttore sanitario del campo, questa volta in divisa militare, e il comandante dell’ospedale, il tenente colonnello Mario Galati.

Pasti consegnati al personale dell’ospedale militare campo di Perugia

Insomma, una cerimonia ufficiale per lei che ormai è diventata una seconda nonna per i soldati, gentile, premurosa e profondamente apprezzata, tanto che i due tenenti hanno anche un regalo di Natale in serbo per lei! Un bel grembiule con la foto dell’ospedale da campo sullo sfondo e i soldati, i suoi nuovi “nipoti”, in primo piano, tutti in posa. “Con questo cucinerò ancora meglio” dice Anna ridendo, felice per il regalo e per tutto l’affetto dimostratole dai ragazzi del campo. I ringraziamenti continuano, con tanto di un invito a rimanere per pranzo, che viene gentilmente declinato ma che evidenzia l’innata bontà e spirito di festa che, nonostante tutte le difficoltà e la fatica, continua ad ardere nei giovani soldati.

Il grembiule regalato ad Anna; la dedica recita: Con affetto dai ragazzi del 10° Reparto di Sanità “Napoli”

Ci si scambiano gli ultimi saluti e si riparte per tornare a casa, pronti a festeggiare il Natale, ognuno con la propria famiglia, in una casa calda e accogliente, così come è diventata quella tenda, piena di soldati che ora sentono un calore nuovo, che non viene da nessun cibo o stufa, ma dall’amore di una donna umile e generosa che a quei ragazzi ha fatto il dono più grande: passare il Natale in un luogo accogliente, con del buon cibo e buoni amici, e tanto, tanto amore. Quell’amore che siamo sicuri li faccia sentire un po’ meno lontani da casa, grazie a Nonna Anna.

Samuele Persichini

Fotografie di Marco Giugliarelli

Foto di gruppo col personale dell’ospedale militare campo di Perugia, Anna, il marito Romeo e i ragazzi dell’oratorio

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